Erpici, aratri e seminatrici innovativi che proteggono la bellezza delle colline del Centro Italia, ed il loro capitale, il suolo, per garantire biodiversità in ambiente e qualità nel piatto. Sono loro i protagonisti della sperimentazione messa a punto nell’ambito del Progetto Arca “Agricoltura per la rigenerazione controllata dell’ambiente”, avviato nel 2016 dai tre imprenditori marchigiani Bruno Garbini, Giovanni Fileni e Enrico Loccioni, e vede il sodalizio tra Arca Benefit srl e la Angeloni srl, azienda metalmeccanica di Montecarotto, leader nel Centro Italia nella progettazione e realizzazione di macchine agricole.
La presentazione dei macchinari, con test in campo, si è tenuta nei campi dell’impresa agricola Lov (Loccioni) adiacenti all’Abbazia Sant’Urbano di Apiro. Gli strumenti operano dalla prima lavorazione in campo dopo la trebbiatura delle coltura da reddito, o dopo la trinciatura delle cover crops, fino al momento della semina.
Si tratta, fa sapere Bruno Garbini, presidente di Arca Benefit, di “attrezzi pensati e progettati per facilitare le operazioni e ridurre i costi dell’agricoltura bio-rigenerativa, specialmente se praticata in collina. Sono state privilegiate dimensioni non eccessive, robustezza quanto basta per evitare troppo peso e necessità di trattrici di media potenza per essere trainate senza arrecare troppo disturbo al suolo”.
“Abbiamo deciso di investire sul modello agricolo promosso da Arca Benefit e sul Progetto ARCA: crediamo che l’agricoltura bio-conservativa rigenerativa sia il presente e anche il futuro”, ha concluso Garbini.
Per le due società, la collaborazione rappresenta “una chiave di svolta per l’applicazione e la diffusione del modello agricolo biologico conservativo rigenerativo che Arca Benefit promuove in un territorio argilloso e collinare come quello marchigiano”. Il modello denominato “Regenerative Soil System” prevede 5 principi base: rispetto rigoroso della normativa biologica; rotazioni pluriennali con preferenza delle colture consociate rispetto alle colture pure; copertura del terreno per tutta l’annata agraria; minimo disturbo al suolo e impiego di concimi organici provenienti da processi di economia circolare.
Fonte: ANSA