Certificazione energetica, incentivi e scadenze

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Da quest’anno ogni edificio in vendita o in affitto, dovrà avere la sua certificazione energetica che indichi il livello di consumo della struttura.

La nuova legge, che prevede il 55% di sgravi fiscali per chiunque voglia rendere più ecosostenibile la propria casa, si muove nella direzione del rispetto ambientale e della trasparenza del mercato immobiliare.

Un tecnico abilitato dovrà mettere nero su bianco la classe energetica a cui l’edificio appartiene, scegliendo fra un ventaglio di possibilità che spazia dalla lettera A, indice di un impatto ambientale minimo dell’immobile, alla lettera G (classe pessima). Parametro di valutazione è la quantità di energia effettivamente consumata o che si prevede possa essere necessaria per soddisfare i bisogni connessi ad un uso standard dell’edificio, compresi il riscaldamento, il raffreddamento, la ventilazione, la produzione di acqua calda e l’illuminazione.

Sono diversi anni in realtà che lo Stato concede sgravi fiscali a chi avvia lavori per rendere la propria casa più eco-compatibile. Il 2012 è l’ultimo anno in cui si può accedere agli incentivi al 55%. Occasione irripetibile per i contribuenti che vogliono usufruire del bonus fiscale del 55% per effettuare interventi di riqualificazione energetica sui loro immobili. Il decreto legge “Salva-Italia” definitivamente approvato dal Parlamento stabilisce, infatti, che l’importante incentivazione fiscale verrà prorogata per il 2012, mentre dal 2013 scenderà al 36%.Ma quanti erano effettivamente a conoscenza delle agevolazioni previste? Non molti.

La legge però non ammette ignoranza, come il calendario europeo non ammette proroghe: la direttiva 2010/31/UE ‘EPBD Recast’ impone regole più restrittive dal punto di vista energetico rispetto alle attuali, arrivando ai cosiddetti ‘edifici ad energia quasi zero’ a partire dal 31 dicembre 2018 per le strutture pubbliche di nuova costruzione e dal 31 dicembre 2020 per tutte le costruzioni nuove.

Insomma, in meno di 10 anni tutte le case, vecchie e nuove, dovranno essere messe in regola. Con o senza l’aiuto dello Stato.

Intanto, nell’attesa di avere tutti gli stabili a norma, la certificazione energetica consente all’acquirente di compiere scelte consapevoli e ben ponderate. Sarà libero di comprare un edificio a un costo di partenza inferiore, consapevole però che il guadagno iniziale verrebbe polverizzato dagli alti consumi che una struttura con una bassa qualifica energetica comporterebbe; così come potrà scegliere di investire una somma maggiore in una casa ben isolata ed eco-compatibile, certo di poter ammortizzare i costi nel tempo grazie ai livelli di consumo più bassi.

Tuttavia le costruzioni di nuova generazione sono solo il 2%. Una legge che mette ordine fra i vecchi edifici, risolvendo per esempio ponti termici e rinnovando impianti ancestrali, sarebbe di gran lunga più utile anche considerando che la maggior parte delle case italiane sono ‘figlie’ del boom edilizio del secondo dopoguerra, con le conseguenze strutturali che conosciamo tutti. (fonte : certificazione-energetica.com)

 

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