Caffè Trucillo, il futuro tra bio e sostenibilità

Antonia Trucillo

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Un settore, quello del caffè, fortemente legato all’attività di bar e ristoranti non può che aver risentito del Covid. Ma i progetti e lo spirito dell’azienda Caffè Trucillo denotano fiducia nel futuro e di voglia di realizzare nuovi obiettivi.

Ne è stata fatta di strada da quando Cesare Trucillo cominciò ad acquistare il caffè crudo al porto di Napoli, per poi tostarlo, impacchettarlo e consegnarlo ai bar lungo la costiera amalfitana, nel 1950.
A raccontarci gli sviluppi di questa storia imprenditoriale arricchita da viaggi di ricerca e attenzione all’ambiente, è Antonia Trucillo, marketing manager, responsabile Accademia Trucillo e controllo Qualità presso Cesare Trucillo Spa, nipote del capostipite Cesare (nella foto).


Quella di oggi è un’azienda che è cresciuta grazie all’amore per una buona tazza di caffè e cullata dal suo aroma intenso, per approdare nei più prestigiosi locali di 40 Paesi al mondo. Un’azienda che si è fatta autorevole interprete e portatrice di messaggi legati alla sostenibilità e alla green economy.

–  Quando, come e perché nasce la storia della vostra realtà? Da che esigenza? Per iniziativa di chi? Mi racconti un po’ e si senta libera di spaziare nel racconto. 
“Caffè Trucillo nasce nel 1950 a Salerno, grazie all’intuizione di mio nonno. Gli affari vanno bene e piano piano la distribuzione si allarga, soprattutto con l’ingresso negli anni ‘80 di mio padre Matteo, che oggi guida l’azienda coniugando la tradizione e l’esperienza con innovazione e continuo miglioramento. A mia madre Fausta, si deve invece la fondazione nel 1998 dell’Accademia, la scuola del caffè per i professionisti del settore Ho.Re.Ca e per gli appassionati di caffè. Negli anni 2000, sempre mia madre, si dedica allo sviluppo del mercato estero, rendendo il marchio di famiglia sinonimo di caffè e di qualità in ambito internazionale. Oggi è pienamente attiva la terza generazione con me e i miei fratelli Andrea e Cesare”.

–  Quali le prospettive di mercato che vi siete posti ad inizio attività? 
“Sin dai primi anni di attività ci siamo concentrati nel canale Ho.Re.Ca, il nostro core business è dedicato al 90% al mondo del bar, della ristorazione e dell’hospitality. Oggi siamo presenti con i nostri prodotti nei più prestigiosi locali di 40 Paesi del mondo”.

–  Da dove nasce l’iniziativa di dedicarsi anche al biologico?
“La ricerca di una Qualità di primo livello è il motore della nostra azienda. Tutto parte dalla selezione del caffè verde. La passione per la materia prima ci ha portato ad essere strettamente vicini ai Paesi di produzione, dove io stessa mi reco personalmente in viaggi di ricerca. Questi rappresentano un momento di studio e grande formazione, in cui ho la possibilità di essere a stretto contatto con la materia prima e di studiare da vicino i processi di lavorazione che avvengono in origine. La conoscenza sul clima, le tecniche di coltivazione, i metodi di raccolta, i processi di lavorazione, le condizioni lavorative, i parametri e i possibili difetti del caffè verde ci consentono un grande miglioramento dei sistemi di analisi e controllo della qualità. Da sempre siamo attenti a rispettare standard produttivi volti a preservare le condizioni naturali dell’ecosistema e siamo stati tra i primi torrefattori in Italia, negli anni Duemila, a produrre un caffè certificato biologico. Semina e raccolta sono effettuate secondo metodi tradizionali. Le piante di caffè devono rispettare un protocollo che prevede l’uso di concime naturale e vieta l’impiego di pesticidi. Da questo percorso, di ormai due decenni, nascono le miscele Trucillo certificate BIO, come Bio Bar per i professionisti e Il Mio Caffè Bio per il consumo a casa”.

–  Cosa ricomprende il vostro catalogo commerciale biologico? Riesce a darmi qualche dato sul quantitativo di prodotto biologico l’anno? 
“Intendiamo diffondere ai clienti la sensibilità verso una filiera sostenibile e certificata offrendo due prodotti organici certificati: Bio Bar è la miscela in grani destinata al canale Ho.Re.Ca; Il Mio caffè Bio, invece, è per il canale Retail”.

– Cosa rappresenta per voi il biologico?
“L’attenzione verso una filiera organica certifica che le materie prime vengono coltivate e raccolte con un metodo di produzione agricola che preserva le condizioni naturali dell’ecosistema, promuovendo la biodiversità dell’ambiente in cui opera, riducendo l’eccessivo sfruttamento del suolo e l’utilizzo di prodotti fitosanitari e pesticidi di sintesi. Le materie prime organiche utilizzate in Trucillo sono coltivate e raccolte attraverso un sistema di produzione che si basa su una serie di obiettivi e principi, nonché su pratiche comuni, progettate per ridurre al minimo l’impatto umano sull’ambiente, garantendo al contempo il funzionamento del sistema agricolo nel modo più naturale possibile. Il nostro impegno nel biologico parte dall’amore per una buona tazza di caffè, che si traduce in modo naturale al rispetto per l’ambiente e al rispetto per la vita in tutte le sue forme”.

 – Come è andato il 2020 e come vedete le prospettive per il 2021? 
“Sicuramente l’Italia è il Paese che ha pagato di più in termini di perdita di fatturato, e il nostro settore è stato fortemente colpito. Però possiamo ritenerci soddisfatti di aver chiuso un anno così particolare con solo il 20% di perdita, di molto inferiore alla media, proprio perché il virus si è insediato nei Paesi in momenti e periodi diversi. Mentre l’Italia chiudeva tutto, il Medio Oriente e l’America erano ancora in attività. Ogni paese ha chiuso e riaperto in tempi diversi. Attualmente, con molta lentezza, il canale che coinvolge bar e ristoranti si sta rialzando. Siamo fiduciosi che nonostante le restrizioni a cui devono ancora sottostare i pubblici esercizi, il mondo del fuori casa tornerà il punto di riferimento nel settore del caffè”.

– Vendete biologico anche all’estero? Se non lo fate, siete interessati ad aprirvi a mercati esteri?
L’estero rappresenta il 60% del nostro mercato, in cui serviamo l’intera gamma di miscele della linea Professionale, dedicata al bar. I mercati sicuramente più attenti ai prodotti biologici e certificati sono quelli del Nord America e del Nord Europa, in cui è radicata da più tempo un’attenzione particolare alla sostenibilità intesa a 360 gradi. Vendiamo in questi Paesi da più di 10 anni”.

–  Come giudicate la situazione generale del comparto del biologico nel mercato del caffè in Italia?
“Il trend del biologico nel canale Food è in costante crescita in Italia. Negli ultimi anni, infatti, è aumentata notevolmente la sensibilizzazione delle persone nei confronti della propria salute e a quella del Pianeta. Proprio per questo motivo l’agricoltura biologica sta prendendo sempre più piede anche nel mondo del caffè”.

– Cosa fate per preservare l’ecosostenibilità? 
“La sostenibilità è sempre stata nel nostro DNA, con un approccio a 360 gradi che include le persone, l’ambiente, la green economy. Il fine ultimo, oltre che produrre e vendere caffè, è sempre stato quello di restituire qualcosa al territorio, alle persone e alle culture con cui entriamo in contatto, diffondendo la vera cultura dell’espresso italiano, fatta di bellezza e qualità, conoscenza e innovazione, costruendo relazioni di fiducia, regalando attimi di condivisione, felicità e piacere, una tazza alla volta. È in questa prospettiva che si inserisce la decisione di misurare, attraverso il Circular Economy Report, il livello di circolarità dell’azienda, per capire come migliorarlo. Sostenibilità per Trucillo significa non solo prendersi cura dell’ambiente in cui opera abbracciando i canoni del Green Deal ma, anche sostenere la formazione e la crescita delle persone che la rendono un’unità dinamica e in trasformazione, creando così un amalgama tra i componenti, utile anche ad abbattere le barriere della discriminazione. Siamo attenti ad affiancare la nostra passione per il vero espresso italiano con il rispetto e la valorizzazione del territorio in cui operiamo da oltre 70 anni e delle persone che lo abitano e condividono. A breve uscirà il nostro Report di Sostenibilità, redatto secondo il metodo GRI STANDARD, per raccontare ed esplicare la performance e i progressi che l’azienda, durante il 2020, ha raggiunto in termini di sostenibilità”.

–  Quali sono i vostri obiettivi futuri, per quanto riguarda il biologico? Avete progetti in cantiere?
“Siamo molto attenti al tema della coltivazione nelle piantagioni in cui vengono utilizzate pratiche relative ad un’ampia rotazione delle colture come prerequisito per un uso efficiente delle risorse in loco e limitazioni inerenti all’uso di pesticidi sintetici chimici e fertilizzanti sintetici, additivi alimentari e coadiuvanti tecnologici e altri input. Prevediamo sicuramente di ampliare la gamma dei prodotti biologi offerti. I nostri piani per il futuro sono poi fortemente legati alla sostenibilità più in generale. Tra gli obiettivi del 2021, ad esempio, c’è un ambizioso progetto di riciclo della pellicola argentea del chicco di caffè, scarto troppo prezioso per essere considerato un rifiuto, che può essere impiegata per dare una seconda vita al chicco di caffè, utile nella produzione della carta, delle cosmesi o come fertilizzante naturale, ma anche nel settore della nutraceutica, grazie proprio alla cellulosa e agli acidi grassi presenti nella pellicola”.

Stefania Tessari

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