Contiene tre volte più vitamina C di un’arancia e ha incredibili livelli di antiossidanti, è ricco di ferro e magnesio ed aiuta a regolare gli zuccheri nel sangue: è il frutto del baobab. Conosciuto fin dall’antichità nel Continente africano per i suoi effetti benefici, oggi – anche grazie al suo sapore goloso che ricorda un mix tra ananas e melone – questo straordinario frutto sembra avere tutte le carte in regola per diventare il prossimo superfood.
Da cinque anni sta letteralmente conquistando il mercato britannico, importato dal marchio bio Aduna con diversi prodotti in vendita nella catena di supermercati Yeo Valley. Tra le novità più recenti il lancio a gennaio di un nuovo yogurt in edizione limitata al gusto ‘Baobab&Vanilla’, nato dalla collaborazione tra il retailer di Bristol e il famoso importatore di prodotti bio Organic Herb Trading, e il tè mate della linea ‘Little Miracles’ all’aroma di ginger, agave e baobab, disponibile da novembre nei supermercati Asda, Tesco, Ocado e WholeFoods.
Una tendenza che tra il 2016 e il 2018 in alcune aree del Regno Unito ha letteralmente fatto impennare le vendite di oltre il 1.600%. Secondo la rivista di settore ‘The Grocer’, che cita il supermercato leader nel Regno Unito nella spesa on-line Ocado, dall’inizio dell’anno le vendite settimanali di prodotti a base di frutto di baobab sono aumentate del 27% con l’introduzione delle ‘colazioni liquide’ a base di estratti, yogurt e frullati.
E le prospettive sono di ulteriore e decisa crescita: il mercato è potenzialmente enorme. Da quanto emerso dai risultati di un sondaggio commissionato dalla stessa rivista su un panel di 2.050 consumatori, attualmente solo il 23% dei britannici conosce il prodigioso frutto africano.
La sua versatilità ad uso alimentare è ampissima: il baobab è unico in quanto si asciuga naturalmente sul ramo prima di essere raccolto, i semi vengono rimossi, setacciati e ridotti in polvere; a questo punto è ideale per essere aggiunto a frullati e succhi o come alternativa allo zucchero per addolcire yogurt o gelati.
Ma non solo; le super qualità del baobab si prestano benissimo anche ad altri utilizzi, tanto che alcune società lo hanno già inserito nella loro linea bio di cibo per animali e prodotti di bellezza.
Ad oggi le importazioni europee hanno prevalentemente origine dallo Zimbabwe e dall’Africa occidentale ma l’interesse è tale che probabilmente presto si cercheranno nuovi fornitori.
Nel 2017 i mercati africani, europei e medio-orientali rappresentavano il 43% della domanda mondiale del frutto di baobab; un trend previsto in crescita almeno fino al 2022 quando le richieste saranno sempre più pressanti anche dai mercati dell’Asia e del Pacifico, allora in piena espansione.
Gli ambientalisti tuttavia hanno già espresso il timore che la domanda globale possa mettere a rischio il futuro degli stessi alberi di baobab e modificare la biodiversità del loro habitat. L’unico modo per impedire che ciò avvenga – hanno ammonito – è regolamentare i tempi di essicatura e di raccolta dei frutti.
Chiara Brandi