Piccolo, ma sicuramente interessante per i produttori bio che guardano all’esportazione: al Benelux è stato dedicato il webinar “Internazionalizzazione del BIO Made in Italy: focus Benelux”, organizzato nell’ambito del progetto ITA.BIO, la piattaforma a supporto dello sviluppo strategico del biologico Made in Italy sui mercati internazionali, promossa da FederBio e ICE.
“Dopo la Germania – ha spiegato Aldo Cervi, coordinatore della Sezione Soci Operatori dei Servizi e Mezzi Tecnici, Tecnici e Ricercatori di FederBio – il mercato del Belgio, dei Paesi Bassi e del Lussemburgo si colloca al secondo posto per destinazione dei prodotti biologici italiani”.
Lo confermano i dati condivisi da Nomisma, che ha curato l’incontro. “Il Benelux – ha sottolineato Silvia Zucconi, chief operating officer Nomisma – rientra nella top tre dei mercati più promettenti per il biologico italiano. Si tratta di un insieme di Paesi che complessivamente raggiungono una popolazione di quasi 30 milioni di persone con un reddito pro capite superiore rispetto a quello registrato in Italia”.
Tra i tre Paesi, il Lussemburgo è quello più interessante, sia in termini di capacità di spesa sia in termini di spesa bio pro-capite. “Mentre Belgio e Paesi Bassi raggiungono poco di più del di 80 € di spesa pro capite all’anno – ha precisato – il Lussemburgo arriva fino a 259 €. Per fare un paragone, il dato relativo all’Italia si ferma a circa 60 € all’anno pro-capite”.
Il biologico arriva su quasi tutte le tavole: oltre il 70% è la quota di famiglie che consumano almeno in un’occasione un prodotto biologico con un 18% che lo fa regolarmente ad ogni spesa. Tra i prodotti più acquisti ci sono i prodotti freschi: frutta e verdura in primis (acquistata dal 72% dei consumatori), seguita da carne (63%), formaggi (61%) e latte (57%).
Che ruolo ha l’Italia in questo contesto? “Nel percepito del consumatore del Benelux – ha spiegato Evita Gandini, responsabile market insight Nomisma – l’Italia si posiziona al primo posto tra i produttori di prodotti alimentari per qualità, nonostante non sia tra i principali partner di questi mercati”.
Nell’ultimo anno, secondo le analisi Nomisma, 7 consumatori su 10 hanno provato almeno in un’occasione un prodotto made in Italy, in casa o fuori casa. “Tra le motivazioni di acquisto – ha precisato – è rilevante la marca, seguita dall’origine dalla sostenibilità del packaging e quindi dal fatto che sia biologico. Il 36% delle famiglie nel Benelux ha acquistato almeno una volta un prodotto biologico italiano. Si tratta di target di popolazione ben specifici: famiglie che hanno visitato l’Italia negli ultimi 2 o 3 anni, della classe alta, con figli fino a 12 anno. Il Belgio tra i tre Paesi analizzati è quello con la maggiore propensione all’acquisto dei nostri prodotti bio”. I formaggi, l’olio d’oliva e i salumi rappresentano i prodotti per i quali il consumatore del Benelux è più interessato all’origine italiana.
E chi non acquista bio? Lo fa per una questione di costi, per la difficoltà a trovarli nei propri canali di acquisto abituale o perché non ne conosce le caratteristiche distintive. “La tracciabilità e la sostenibilità – ha sottolineato Gandini – sono i temi su cui occorre comunicare maggiormente per attrarre maggiori consumatori. Il 28% riterrebbe utile un logo che certifichi non solo il biologico ma anche la provenienza 100% italiana delle materie prime. Un’altra leva utile sarebbe l’assaggio, soprattutto nella grande distribuzione”.
Elena Consonni