Allarme dei geologi: anche scuole a rischio frane

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‘In ben 1.121 centri urbani italiani gli edifici sorgono in aree franose o golenali. Nel 31% dei casi sono sorti interi quartieri, nel 56% sono nate aree industriali, nel 20% scuole, ospedali e municipi’.

Lo ha denunciato Andrea Pignocchi, presidente dell’Ordine dei Geologi delle Marche, ad un anno dai tragici eventi dell’alluvione di Senigallia che provocò, oltre a danni, la morte di tre persone. ‘In Italia si è costruito abusivamente e legalmente creando rischi dove prima non c’erano, con incoscienza totale, restringendo alvei di fiumi e torrenti – ha proseguito Pignocchi – aumentandone artificialmente la portata e la velocità, modificando le dinamiche fluviali. Dal 1944 al 2012 i danni dovuti al dissesto idrogeologico sono stati valutati in circa 61,5 miliardi di euro di fondi pubblici”.

‘Nelle Marche sono state censite 42.522 frane – ha concluso Pignocchi – e si stima che il 19% del territorio, circa 1.600 chilometri quadrati, è a rischio idrogeologico, 190 kmq a rischio esondazioni, 6 kmq a rischio valanghe con il risultato che il 99% dei comuni marchigiani è interessato da dissesti.

Ai morti del passato si devono aggiungere l’evacuazione di centinaia di persone e danni per milioni di euro.

Solo per l’evento di Senigallia si è stimato un conto di circa 366 milioni di euro mentre oltre 460 milioni si sono stimati per i danni avvenuti nel 2011 con gli allagamenti nel Fermano e Maceratese.

Ad Ancona nel 1972 uno degli eventi più disastrosi della storia geologica d’Italia. A Tronto nel 1992 ben 370 mm di pioggia in 24 ore causarono il più imponente evento alluvionale delle Marche. Nel 1998 ci furono le esondazioni del Potenza, del Chienti, dell’Ette e del Tenna.

Dal 1999 al 2001 alluvioni anche nelle Marche centro-meridionali. Ancora alluvioni ad Aspio nel 2006, esondazioni nel 2009 e numerose esondazioni nel 2011”.

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