Alla scoperta del figomoro di Caneva

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Il figomoro (nome locale) è il gioiello estivo delle Prealpi friulane e trevigiane. Ne è la capitale Caneva, un vivace comune in provincia di Pordenone, che ha fatto del frutto, un biotipo locale, il suo prodotto tipico. Una bandiera del territorio. Ormai si è prossimi alla raccolta dei primi fichi mori, che sono belli e abbondanti sulle piante: ‘Ce n’è una valanga’, commenta con soddisfazione Gianni Coan, direttore del Consorzio per la tutela e la valorizzazione del figomoro, che sta curando un progetto per far conoscere identità e pregi del frutto. ‘Se il tempo si manterrà favorevole, avremo un raccolto eccezionale, che potrà soddisfare le crescenti richieste’.

Il figomoro di Caneva e dintorni sta allargando il suo mercato, rimasto finora sostanzialmente locale. E’ molto apprezzato da consumatori del Trentino e di altre regioni e sta tentando qualche puntatina all’estero. E’ commercializzato, in particolare, da OPO Veneto: ‘E’ un prodotto di nicchia, commenta Sergio Tronchin, responsabile commerciale dell’organizzazione di produttori, che piace e che va’.

Si distingue perché concentra in sè il top dei valori nutritivi e gustativi del fico: è dolcissimo, nutritivo e ricco di sali minerali (calcio, ferro, fosforo, potassio, magnesio); secondo studi recenti, sarebbe una naturale ed efficace difesa delle coronarie. Lo si distingue per la forma allungata, per il colore nero, per la polpa rossa cardinale, tenera e sapidissima. Sulle piante quasi tutti i fichi stanno ormai cambiando colore. Sono in fase avanzata di maturazione: la loro buccia da verde si sta facendo violacea e quindi blu.

I fichi mori, quando sono proprio maturi, si presentano di colore nero brillante, tono da cui prendono il nome. Sono molto delicati e per gustarne appieno i valori bisogna consumarli freschissimi, entro pochissimi giorni dalla raccolta, che viene fatta rigorosamente a mano e con grande cura per non rovinarli. La coltivazione è in crescita, grazie alla sperimentazione di alcuni ficheti, la cui resa è decisamente sostenuta, anche per la presenza dell’ irrigazione che è un fattore molto importante.

La produzione potrebbe toccare le 50 tonnellate quest’anno, ma il dato è difficilmente verificabile, dal momento che molte sono ‘le vendite dirette’: dal coltivatore al consumatore. I fichi mori di Caneva, come tutte le varietà, sono preceduti sulla pianta dai fioroni, siconi primaticci, la cui raccolta è appena terminata. Quest’anno per i fichi fioroni, in genere più grossi e più belli, ma poco saporiti, è stata una dèbacle. Pochissimi e di scarso valore. ‘Ma non sono questi – rileva distaccato Gianni Coan – che incidono sulla fortuna del figomoro di Caneva. E’ una produzione limitata e di poco peso’.

(fonte: Angelo Squizzato – OPO Veneto Newsletter)

 

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