A Vivaness nuovi aspetti della cosmesi green

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Vivaness, il Salone internazionale della cosmesi naturale, abbinato al Biofach, ha registrato quest’anno una buona tenuta, a conferma che il settore è in salute. Sotto il profilo degli espositori Vivaness 2014 ha fatto segnare 192 presenze in rappresentanza di 30 diversi Paesi, con una flessione di poche unità sugli ultimi due anni. Nettissima la maggioranza di espositori internazionali su quelli tedeschi: 129 contro 63. Dopo i tedeschi, le presenze più importanti sono state quelle della Francia e dell’Italia (quindi, distanziate: Belgio, Austria e Spagna).

Vivaness ha approfondito in numerosi seminari i temi e le prospettive della cosmesi naturale nel mondo, temi come quello degli ingredienti, dei test sugli animali, della certificazione, dei cosmetici vegani e mercati come quello francese e quello russo. Ma centrale, anche per le aziende presenti a Vivaness 2014, è stato il concetto della sostenibilità dei prodotti e dell’intera gestione aziendale.

Questo coinvolge anche i partner internazionali che producono le materie prime nei luoghi più diversi e lontani del mondo, attraverso progetti sia di rispetto ambientale sia di promozione sociale, che comprendono l’educazione e la sanità.

La cosmesi naturale si presenta sempre di più come un ambito vasto, fuori dal quale non potrebbero esistere le garanzie richieste dal consumatore.

Vi sono aziende europee che utilizzano fino a 130 materie prime diverse provenienti anche da 20 partners diversi sparsi per il mondo. La cosmesi naturale sta quindi comportando la conversione al biologico di terreni sempre più vasti in aree spesso marginali.

Il mercato della cosmesi naturale ha espresso nel 2013 in Germania un valore di 860 milioni di euro con una crescita del 5,5 per cento sull’anno precedente. La crescita induce qualche operatore senza scrupoli a entrare nel settore per puro interesse di business. In questi casi, la percentuale di prodotto naturale dentro i cosmetici può risultare molto bassa e il tutto si traduce in un inganno per il consumatore.

La via d’uscita, è emerso a Vivaness, sono certificazioni che prevedano regolamentazioni precise e severe come già avviene per i marchi di controllo ufficiali della cosmesi naturale come BDIH, Demeter, Ecocert e Natrue.

 

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