Materia prima biologica certificata e chimica verde sono i due ingredienti della ‘cosmesi bio’, un concetto e una produzione di cui si è cominciato a parlare negli Anni Novanta ma sui quali c’è ancora molto da discutere e da fare.
Per Patrizia Poggiali di Gala Cosmetici, una signora e un’imprenditrice che testa i suoi prodotti sui suoi bambini e su se stessa prima di metterli in commercio, non c’è corrispondenza tra il prodotto e le aspettative del consumatore consapevole se nel processo dalla materia prima al cosmetico, processo per forza di cose chimico, non c’è etica da parte dell’azienda produttrice. In sintesi – e il dato è non solo curioso ma rilevante – il cosmetico biologico è una scelta etica dell’azienda. In che senso? Nella determinazione a scegliere un processo chimico invece che un altro, a scegliere quello il cui impatto sull’ambiente e sulle persone si avvicina il più possibile allo zero.
Del resto, lo sostiene anche un certificatore come Fabrizio Piva, l’ad del CCPB: ‘La certezza che abbiamo quando certifichiamo un cosmetico bio è che la materia prima utilizzata deve essere naturale e biologica. Quello che succede dopo attiene alle ulteriori garanzie che l’azienda produttrice intende dare al consumatore utilizzando un processo di trasformazione che può essere sostenibile lungo una scala larghissima, che va dall’0,01 al 100% o quasi’.
Anche per Luigi Panaroni dell’azienda La Saponara il produttore deve andare oltre la semplice certificazione che pure dà garanzie ed è necessaria, deve approdare ad una ‘cosmetica consapevole’.
Questo è stato il tema centrale del convegno ‘Dall’alimento al cosmetico biologico. Percorsi di certificazione a garanzia del mercato’, svoltosi questa mattina al SANA per iniziativa del CCPB e di SISTE (Società Italiana di scienze applicate alle piante officinali ed ai prodotti per la salute, un’associazione culturale no profit), moderato da Marinella Trovato (il suo concetto chiave va nella direzione già esplicitata: la cosmesi bio deve avere come obiettivo il rispetto del consumatore), presidente di SISTE. All’incontro è intervenuto anche Vladimiro Adelmi di Coop Italia che ha testimoniato l’impegno concreto di Coop per il biologico e la sostenibilità, fin dagli Anni Ottanta, anticipando gli attuali fenomeni di consumo e la legislazione in materia, impegno che si vede oggi concretizzato soprattutto nella gamma a marchio ’Vivi Verde’ che dal 2012 interessa non solo alimenti biologici ma anche prodotti per la cura del corpo e i cosmetici bio.
Antonio Felice