Un fenomeno preoccupante. Viene definito in questo modo dai servizi segreti tedeschi il moltiplicarsi delle cosiddette ‘cooperative agricole bio-naziste’, vere e proprie fattorie nazional socialiste che si rifanno alla dottrina hitleriana ‘della terra e del sangue’.
In apparenza semplici realtà specializzate nella coltivazione di frutta e verdura biologica e nell’allevamento di razze pregiate di suini e bovini, a ben guardare le ‘colonie bio-Nazi’ celano un profondo sentimento antisemita comune a tutti i propri membri ed ataviche convinzioni naziste.
‘Un’unione quasi religiosa fra l’agricoltore e la sua terra che nega il consumismo e capitalismo, vive in piccole cooperative autogestite e spartane nelle quali far rivivere anche i vecchi ruoli fra i sessi. Gli uomini lavorano i campi, le donne producono e allevano figli’, ha spiegato al quotidiano La Stampa il tedesco Daniel Trepsdorf, direttore del Centro regionale di Studi democratici di Ludwigslust.
Un sintomo allarmante, che sta mettendo in allarme il Paese. Nell’ultimo anno sono decine i gruppi di estrema destra che si sono insediati nelle campagne più sperdute della Germania, più spopolate e colpite dall’emigrazione, per ricostruirsi una nuova vita in stile nazi.
Chiara Brandi