Un nuovo rapporto che illustra gli effetti della globalizzazione e dei cambiamenti nello stile di vita sul modello alimentare globale è stato presentato l’11 giugno a Milano Expo. Il rapporto è stato realizzato dalla FAO e dal CIHEAM (il Consorzio mediterraneo di alti studi agronomici) allo scopo di riportare l’attenzione sulla dieta mediterranea, illustrando gli effetti negativi del cambiamento dei comportamenti alimentari nell’area Med e promuovendo un programma d’azione a supporto delle diete più sostenibili in tutta la regione.
La dieta mediterranea tradizionale è stata abbandonata in molti Paesi rivieraschi e gli attuali modelli di consumo alimentare non sono sostenibili nella regione. Nonostante i suoi benefici salutistici ben documentati, la dieta mediterranea oltre all’erosione in atto del suo patrimonio culturale subisce anche gli effetti della transizione nutrizionale, dove i problemi di denutrizione coesistono con sovrappeso, obesità e malattie croniche legate all’alimentazione.
‘La vera sfida è far convergere l’attenzione all’ambiente con l’attenzione all’agricoltura – ha detto Cosimo Lacirignola, segretario generale del CIHEAM -. Occorre promuovere lo sviluppo di nuovi progetti e casi studio intesi a dimostrare le sinergie esistenti tra biodiversità, nutrizione, salute umana, economia e cultura a beneficio delle generazioni presenti e future.
Per tale motivo il CIHEAM e la FAO stanno ponendo l’attenzione sulla dieta mediterranea, modello di dieta sostenibile, attraverso un approccio multisettoriale che interessa nutrizione, salute umana, sviluppo economico e aspetti socio-culturali, stili di vita e, soprattutto, biodiversità e ecosistemi’.
‘Dato questo scenario – ha aggiunto Roberto Capone, responsabile del Dipartimento di agricoltura e alimentazione sostenibili del CIHEAM di Bari – è importante interrogarci su come dovrebbero cambiare i sistemi alimentari e su cos’è un sistema alimentare sostenibile, definito dalla FAO come quel sistema che garantisce la sicurezza alimentare e nutrizionale a tutti in modo tale che non siano compromesse le basi economiche, sociali ed ambientali per generare la sicurezza alimentare e nutrizionale delle future generazioni’.
L’incontro è stato anche l’occasione per lanciare la ‘nuova piramide della dieta mediterranea sostenibile’, un nuovo modello alimentare Mediterraneo, frutto della collaborazione tra i massimi esperti ed istituzioni in materia di nutrizione e sviluppo sostenibile.
‘Vogliamo valorizzare il nuovo concetto della Med Diet 4.0 che fa bene all’individuo, alla collettività e al pianeta attraverso quattro dimensioni: benefici per la salute, basso impatto ambientale, alto valore culturale e sociale e, infine, rilevanti ricadute economiche sui territori di produzione degli alimenti caratteristici della dieta mediterranea’ sono state le parole di Sandro Dernini, segretario generale dell’IFMed della FAO.
I nuovi contenuti della ‘nuova piramide della dieta mediterranea sostenibile 4.0’ sono stati sviluppati con il supporto tecnico scientifico di CIHEAM Bari, ENEA, in collaborazione con CIISCAM-Università la Sapienza di Roma, con l’obiettivo di aggiornare l’attuale modello alimentare e proiettarlo nel futuro come esempio di stile di vita sostenibile nel mondo.
‘È fondamentale riaffermare con forza il concetto che al cuore della dieta mediterranea c’è il rapporto tra tradizione ed innovazione, in una logica di evoluzione per andare incontro alle esigenze dei produttori, dei consumatori e del pianeta che ci ospita’ ha aggiunto infine Massimo Iannetta dell’ENEA.
Cibo sostenibile, quindi, per le generazioni presenti e future.