Giovedì 20 giugno: sotto la canicola pomeridiana non mancava proprio nessuno al presidio antitransgenico a Piazza Montecitorio. La manifestazione promossa dalla Task Force anti-OGM (una trentina le organizzazioni, da Coldiretti e CIA a Legambiente, da AIAB a Slow Food, Greenpeace e varie sigle di associazioni dei consumatori) invocava a gran voce la definitiva adozione della Clausola di Salvaguardia, ferma sulla scrivania del Ministro della Salute. Nonostante la sede, infatti, non era il Parlamento il bersaglio, anche perché il grosso degli onorevoli che si occupano delle materie suddette era a manifestare con noi.
La storia è questa: pochi giorni fa in Friuli un esponente del "Movimento Libertario" ha seminato mais transgenico della Monsanto, il MON810, in due campi e ora minaccia di ripetere l’operazione in altre Regioni. Un’ egocentrica provocazione volta a fare breccia nella diga, che pertanto andava rapidamente difesa e puntellata, tanto che nello stesso Friuli, un analogo presidio si è tenuto nella stessa mattinata davanti alla Regione. Non dimentichiamo, infatti, che gli OGM sono antitetici a un modello di agricoltura vocato alla qualità, a partire dal bio, quel modello che si sta dimostrando anticiclico e valvola di sfogo economica e occupazionale nella difficile congiuntura attuale. E non dimentichiamo nemmeno che gli OGM sono organismi viventi e possono riprodursi e moltiplicarsi nel tempo e nello spazio, sfuggendo a qualsiasi controllo.
Tre italiani su quattro (76%) si dicono contrari all’utilizzo di organismi geneticamente modificati, aumentati del 14% rispetto allo scorso anno, secondo un’indagine condotta da Ipr marketing proprio nel giugno 2013. Contrari, mica dubbiosi, tanto che i favorevoli sono appena il 10% e diminuiscono coloro che non hanno un’opinione o non rispondono.
È per questa ragione che era importante ribadire forte e chiaro il messaggio e rilanciarlo più vicino alle orecchie di chi lo doveva sentire: il 20 giugno mattina anche in Friuli numerose associazioni tra cui Aiab Friuli Venezia Giulia, ISDE associazione medici per l’ambiente, Civiltà Contadina, VAS Verdi Ambiente Società, Associazione Senza Confini Brez Meja, Unimondo, Bottega del Mondo, Italia Nostra Fvg, LIPU Fvg, Amici della Terra Udine Fvg, Federconsumatori Fvg si sono riunite per un sit in davanti alla Regione a Udine per ribadire con forza che i rischi della contaminazione accidentale (che a questo punto diventa deliberata) sono gravi sotto il profilo ambientale ed economico.
‘Non è solo per tutelare gli agricoltori biologici regionali e tutti quelli che fanno della qualità e dell’autenticità un punto di forza – ha affermato dal Friuli Cristina Micheloni, vice presidente di AIAB – ma soprattutto per rispettare i cittadini ed i consumatori che vogliono mangiare prodotti sicuri e vivere in un ambiente dove l’agricoltura è amica e in sinergia con altre attività sociali ed economiche (come il turismo) che hanno bisogno di un ambiente pulito’.
Le associazioni chiedono l’intervento delle autorità regionali per bloccare subito le coltivazioni GM: si guardi alle scelte di Austria, Francia, Germania ed altri paesi UE che hanno applicato la clausola di salvaguardia. A livello nazionale i Ministri dell’Agricoltura e dell’Ambiente si sono già espressi a favore del blocco di queste coltivazioni, ma è il Ministro della Salute che deve firmare il decreto per bloccare le semine di OGM.
Sul sito www.greenpeace.org/italy/Allarme-OGM-in-Italia/ chiunque può inviare un messaggio al Ministro Lorenzin per far sentire la propria voce dicendo no agli OGM. In meno di 24 ore l’iniziativa sul web ha superato le 25 mila adesioni, ma ne servono ancora.
(fonte: BIOAGRICOLTURA NOTIZIE)