Un video choc mostra allevamenti di animali ‘fuori legge’ in Italia. Stavolta si tratta di galline ovaiole.
L’investigazione, diffusa dalla Lav e condotta da all’associazione Four Paws, è stata svolta a fine febbraio in due stabilimenti che si trovano in provincia di Verona e a Forlì dove vengono allevate più di 100 mila galline ovaiole.
Il video – come ha riportato anche il sito del Corriere della Sera – mostra galline che depongono le uova nei pressi di cataste di animali morti, con evidenti problemi sotto il profilo igienico-sanitario.
Nel video si vedono tipi di gabbie dichiarate da oltre un anno illegali dall’Unione Europea e galline con i becchi tagliati. Si tratta – denuncia la LAV – di un metodo usato per ridurre gli infortuni di altri uccelli e gli atti di cannibalismo dovuti da stress molto comuni negli allevamenti.
‘Centinaia di galline non sono sopravvissute a questa illegalità – spiega la Lav – i loro cadaveri sono stati gettati in un contenitore enorme. All’interno delle due aziende agricole non c’è alcuna luce naturale, il pavimento è in rete metallica e non c’è alcun arricchimento. Enormi le quantità di uova rotte e sprecate, dalla dubbia destinazione’.
La denuncia della Lav si basa sulla Direttiva del Consiglio dell’Unione europea 1999/74/CE che ha vietato anche in Italia, a partire dal 1° gennaio 2012, le ‘gabbie convenzionali’ per le galline ovaiole. A differenza di quanto era permesso fino a un anno fa, adesso le galline devono essere tenute all’aperto, a terra o in ‘gabbie modificate’, con almeno 750 cm² di superficie a disposizione di ciascuna gallina, un nido, lettiera, posatoi e dispositivi per accorciare le unghie. ‘Una direttiva – afferma la Lav – nota da ben 14 anni, ma alcuni allevatori continuano a violare il diritto dell’Unione Europea. Dopo più di un anno dall’entrata in vigore della Direttiva, recepita dal Decreto Legislativo 267 del 2003, in Italia si stima che ancora 16 milioni di galline vivano in allevamenti illegali’. Una cifra importante dato che nel nostro Paese ogni anno si allevano circa 40 milioni di galline ovaiole.
La Lav è passata all’azione sporgendo denuncia alle Procure di Verona e Forlì. ‘Abbiamo denunciato queste illegalità per il reato di maltrattamento e di frode in commercio – afferma Roberto Bennati, vicepresidente dell’associazione – Chiediamo tolleranza zero: perché i Servizi veterinari Asl non hanno chiuso queste aziende? Gli allevatori hanno avuto più di un decennio per adeguarsi, dalle istituzioni ci aspettiamo ogni sforzo per garantire la legalità e adeguati controlli. La Commissione Europea ha già esortato a rafforzare le procedure di infrazione con multe alte per tali pratiche illegali che sono ingiuste per gli animali vittime, per i cittadini ma anche per la maggior parte degli agricoltori europei che si sono adeguati alle nuove norme’. (fonte: corrieredellasera.it)