E’ dal 1991 che il settore è in attesa del regolamento sulla vinificazione bio e finalmente l’8 febbraio lo SCOF (Standing Committee on Organic Farming) ha votato la sua approvazione.
L’iter non è stato veloce, né agile ed il regolamento non è certo quello che il settore del biologico italiano aveva inizialmente proposto, tuttavia è importante aver finalmente ottenuto un compromesso tra tutti gli Stati europei che permetterà di etichettare anche il vino come bio, utilizzando pure il logo europeo.
‘Come tutti i compromessi politici (di tecnico ormai la discussione non aveva nulla) il risultato non farà felice nessuno, ma tutti saremo un po’ meno scontenti – ha commentato per prima Cristina Micheloni, del comitato scientifico AIAB e già coordinatrice di ORWINE -.
Oggi è importante poter parlare chiaramente di vino biologico, avendo definito le norme per il vigneto e per la cantina, e da domani si potrà iniziare a lavorare per il miglioramento del regolamento stesso, portando i dati concreti che nel frattempo abbiamo raccolto nelle tante aziende italiane che con AIAB collaborano nella sperimentazione in cantina.’
Fino al provvedimento approvato mercoledì era possibile etichettare il vino solamente come ‘di uva da agricoltura biologica’ e non era lecito utilizzare il logo europeo, cosa che dal luglio 2012 non sarebbe nemmeno più stata ammissibile. Il nuovo regolamento entra in vigore da subito e prevede la possibilità di etichettare come bio anche il vino delle annate precedenti, purchè se ne possa dimostare la conformità alle norme europee.
‘Nei prossimi mesi sarà cura di AIAB divulgare il regolamento e le esperienze tecniche maturate in tutte le regioni italiane – commenta Alessandro Triantafillidys, presidente AIAB- in modo da mettere a disposizione degli operatori una potenzialità che il mercato è probabilmente pronto a premiare’.