Il percorso era culminato lo scorso febbraio nell’assemblea di Milano dei produttori biologici aderenti a Federbio, provenienti da tutta Italia con proposte e istanze precise dopo le riunioni svoltesi nelle diverse regioni. Essi intendevano continuare a riconoscersi nella Federazione del biologico italiano, nello stesso tempo però avvertivano di essere un po’ l’anello debole della filiera e pertanto mostrarono la necessità di avere un voce specifica, di portare avanti le azioni utili attraverso un’organizzazione vera e propria che li rappresentasse con tutta la forza necessaria. Ecco dunque la premessa che ha portato alla decisione di fondare, sempre sotto l’ombrello di Federbio, una vera e propria Unione dei produttori biologici, appunto UPBIO, che vedrà la luce lunedì a Roma.
Ignazio Cirronis, coordinatore nazionale della sezione produttori di Federbio, è il traghettatore di questa importante operazione e lunedì sarà probabilmente nominato primo presidente di UPBIO. ‘Non necessariamente – precisa l’interessato – perché UPBIO vuole dare un segnale di novità, essere una boccata di aria fresca con una dirigenza nuova, giovane, lontana dalle divisioni del passato. UPBIO deve essere aperta, dialogare con tutti, non ci devono essere problemi tra coloro che hanno a cuore il biologico’.Il segnale è preciso ma dell’esperienza di Ignazio Cirronis una dirigenza nuova avrà assoluto bisogno, almeno nella fase iniziale. Certo, UPBIO nasce con le spalle robuste, avendo già aderito all’Unione cinque associazioni nazionali, undici associazioni regionali e quattordici organizzazioni di produttori. E pare essere solo l’inizio.Ma che cosa si prefigge l’Unione, dove svilupperà la propria azione? ‘Abbiamo quattro obiettivi davanti a noi’ afferma Cirronis. ‘Il primo riguarda i servizi di credito agricolo. Abbiamo definito un accordo quadro con Banca Popolare Etica che ha aspetti innovativi. Il problema è di aumentare la massa critica della produzione biologica agevolando il passaggio dall’agricoltura convenzionale a quella bio. Si sa che il passaggio richiede tempo e denaro. Ecco che proprio in questa fase delicata i produttori potranno far leva su un’apposita formula creditizia. Il secondo obiettivo riguarda la sburocratizzazione del sistema dei controlli. Oggi i controlli rappresentano un peso notevole, soprattutto per gli aspetti burocratici. Dobbiamo recuperare un sistema più semplice anche se con tutte le garanzie per la filiera e per i consumatori. Il terzo obiettivo è conquistare spazio al biologico all’interno delle politiche ministeriali e dei PSR delle diverse regioni ottenendo più di quanto non sia avvenuto finora. Infine, ci proponiamo di sostenere le aziende nel loro sviluppo e nella loro crescita dimensionale mettendo in atto servizi tecnici e professionali’.
Ecco le premesse al battesimo romano dell’Unione.
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