La scarsità di metalli quali disprosio, gallio, indio, neodimio e tellurio potrà compromettere, in un futuro non lontano, la realizzazione di pannelli solari, pale eoliche e altri impianti che sono alla base della green economy. Lo rivela uno studio realizzato dal JRC (Joint Research Centre) della Comunità Europea. La domanda in crescente aumento ha comportato conseguenze nelle riserve mondiali con importanti ripercussioni per l’Europa, che è in larga misura dipendente da importazioni esterne. Secondo il JRC la fase critica per la disponibilità di questi metalli si verificherà in un periodo compreso tra il 2020 e il 2030. Lo stesso istituto propone due possibili soluzioni.
La prima è di procedere in maniera sistematica ed efficiente al riciclo di questi metalli dagli impianti esausti (operazione assolutamente in linea con la green economy che ha proprio nel riciclo uno dei suoi capisaldi). Il riciclo sarebbe un rimedio fisiologico per la futura scarsità di elementi o quantomeno per cercare di ridurre una possibile emergenza a breve termine. La seconda soluzione è ovviamente quella di trovare materiali alternativi con cui sostituire quelli attualmente in uso. Un mix tra le due ipotesi segnerà probabilmente la strada da percorrere.
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