Il nuovo regolamento sugli imballaggi: cosa cambia per il biologico?

PPWR

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Il settore del biologico, da sempre attento alla sostenibilità, si trova di fronte a una nuova sfida normativa: il Regolamento sugli Imballaggi e i Rifiuti di Imballaggio (PPWR), pubblicato lo scorso gennaio sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea e destinato a entrare progressivamente in vigore. Le aziende hanno quindi tempo per adeguarsi e per supportare le aziende in questa fase, CONAI ha avviato un gruppo di lavoro cui siedono, oltre ad esponenti del Consorzio, anche i rappresentanti di aziende produttrici, associazioni e consorzi di filiera. Grazie all’attività di questo team di esperti, CONAI mette a disposizione delle aziende una serie di strumenti, il primo dei quali è stato il webinar “Nuovo Regolamento Imballaggi: indicazioni operative per le imprese”, che si è svolto il 4 marzo.

Il PPWR punta a ridurre i rifiuti da imballaggio attraverso principi di prevenzione, riciclo e riutilizzo. Le aziende del biologico, già impegnate in processi di produzione a basso impatto ambientale, dovranno ora adeguarsi a nuove prescrizioni che potrebbero impattare le loro scelte di confezionamento.

Il regolamento “si applica a tutti gli imballaggi, compresi quelli dei prodotti ortofrutticoli, anzi prevede alcune disposizioni specifiche proprio per questa filiera”. Tra queste, “una prescrizione che chiama esplicitamente in causa la filiera ortofrutticola è quella della compostabilità. Dal febbraio 2028, infatti, alcuni imballaggi dovranno essere compostabili e tra essi figurano le etichette adesive applicate ai prodotti ortofrutticoli”.

Un altro aspetto rilevante è il divieto di imballaggi in plastica monouso: “Dal 1° gennaio 2023 saranno infatti vietati, tra gli altri, quelli destinati al confezionamento di frutta e verdura non trasformata, per un peso inferiore a 1,5 kg”. Tuttavia, “il divieto vale per reti, sacchetti, vassoi…” ma “prevede però un’esenzione la IV Gamma. A causa della fragilità e della shelf-life ravvicinata di questa categoria non sarebbe possibile prevedere un diverso tipo di packaging”.

Il Regolamento impone anche un generale obbligo di riduzione degli imballaggi: “Dal febbraio 2028 gli imballaggi per la vendita dovranno ridurre al minimo gli spazi vuoti ed evitare doppie pareti e strati non necessari. I materiali di riempimento sono considerati dal Regolamento come spazi vuoti”.

Un ulteriore punto chiave è quello del riutilizzo: “Dal 1° gennaio 2030 almeno il 40% degli imballaggi totali utilizzati per il trasporto dovrà essere riutilizzabile; per gli imballi impiegati nel trasporto tra siti produttivi, si dovrà arrivare alla totalità”. “Già nel settore ortofrutticolo sono presenti dei circuiti di riutilizzo degli imballaggi, che presumibilmente verranno implementati per adeguarsi al Regolamento”.

Il regolamento impone poi criteri di riciclabilità più stringenti: “Dal 1° gennaio 2030, infatti, tutti gli imballaggi dovranno essere riciclabili, secondo tre classi di riciclabilità; dal 2035 dovranno anche essere raccolti separatamente e riciclati su larga scala ed entro il 2038 potranno rimanere sul mercato solo gli imballi appartenenti alle due classi più virtuose”.

Infine, per quanto riguarda il contenuto di materiale riciclato negli imballaggi in plastica: “Entro la fine del 2026 è il contenuto minimo di materiale riciclato negli imballaggi in plastica. Le aziende avranno così tempo per adeguarsi ai limiti imposti, che possono variare dal 10 al 35% in funzione della tipologia di imballo”.

Il settore del biologico, quindi, dovrà affrontare importanti cambiamenti per conformarsi al PPWR. Se da un lato questa normativa rappresenta un’opportunità per consolidare l’impegno ambientale delle aziende bio, dall’altro solleva dubbi e preoccupazioni per le difficoltà di adeguamento e i costi che potrebbero derivarne. Il dibattito è aperto e le imprese del biologico dovranno valutare attentamente le implicazioni di queste nuove regole sulle loro strategie di packaging e distribuzione.

Elena Consonni

Notizie da GreenPlanet

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