É in corso dal 17 al 21 giugno, presso la sede della FAO a Roma, il meeting annuale dell’Organizzazione Mondiale degli Agricoltori (World Farmers’ Organisation – WFO). Circa 570 milioni di agricoltori familiari, che coltivano il 75% delle superfici produttive globali, saranno al centro del dibattito.
L’importanza dell’agricoltura familiare
L’evento, inaugurato dal direttore generale della FAO Qu Dong Yu, dal presidente dell’IFAD Alvaro Lario e dal presidente della WFO Arnold Puech d’Alissac, mette in luce l’importanza dell’agricoltura familiare, fondamentale per la produzione agricola, in particolare nei paesi in via di sviluppo. Questo tipo di agricoltura, nonostante la sua rilevanza anche in paesi come l’Italia, è costituito principalmente da aziende di piccole dimensioni, spesso inferiori a 2 ettari, responsabili per circa l’80% della produzione alimentare mondiale secondo il Rapporto SOFI 2023 della FAO.
Il Conflitto tra Agricoltura e Ambiente
Andrea Porro, il nuovo segretario italiano della WFO, sottolinea l’importanza di un approccio equilibrato tra agricoltura e ambiente. “Il cortocircuito andato in scena in Europa con la transizione green, che ha posto l’agricoltura sul banco degli imputati, è qualcosa che non si deve ripetere. In aree in ritardo di sviluppo, un approccio improntato ai vincoli produttivi porterebbe rapidamente alla desertificazione agricola.”
Il conflitto tra agricoltura e ambiente, esploso con le recenti proteste degli agricoltori europei, è sentito anche in altre parti del mondo. Porro evidenzia che “ad ogni latitudine, si propone di ridurre l’impatto dell’agricoltura sulle risorse naturali, ma questo processo non può avvenire a scapito della produzione agricola. Questo è particolarmente vero in aree dove la sicurezza alimentare non è ancora garantita.”
Ruolo Chiave dell’agricoltura nella Transizione Green
Porro denuncia il limitato afflusso delle risorse del “climate financing” all’agricoltura, che riceve appena il 4% del budget. Inoltre, la mancanza di sostegni diretti agli agricoltori in molte aree del mondo, a differenza della PAC in Europa, rende difficile la sostenibilità economica del settore. “È una priorità redistribuire i redditi all’interno della filiera e, in particolare, all’anello agricolo. Ma bisogna anche redistribuire i costi della transizione ecologica. Non possono essere sostenuti solo dagli agricoltori e dai consumatori. Serve un maggior coinvolgimento di Governi e del settore della trasformazione e distribuzione alimentare.”
Fonte: Il Sole 24 Ore