European Organic Congress di Cordova: Scongiurare ripensamenti sul Green Deal

D'Elia

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“L’Unione europea non può tornare indietro rispetto ai suoi legittimi obiettivi di sostenibilità: le relazioni presentate a Cordova hanno dimostrato che il biologico è la soluzione per le sfide ambientali, economiche e climatiche che abbiamo davanti”. Commenta così a GreenPlanet il direttore generale di Suolo e Salute, Alessandro D’Elia, quanto discusso durante il 17° Congresso europeo del biologico (European Organic Congress, EOC), di cui il primo organismo di controllo e certificazione del biologico in Italia è stato sponsor.

L’evento, organizzato da IFOAM Organics Europe e dall’associazione di produttori spagnoli Ecovalia a Cordova, ha assunto un forte significato istituzionale, poiché si è svolto nel corso del semestre di presidenza spagnola del Consiglio dell’Unione Europea. Un semestre che conclude di fatto una legislatura europea capace di portare la transizione ecologica e il ruolo del bio al centro dell’agenda politica.

Adesso però occorre scongiurare ripensamenti dell’ultima ora sull’agenda del Green Deal.

Così il presidente di IFOAM Jan Plagge nel corso della sessione inaugurale dell’evento: “Sebbene la maggior parte dei politici concordi sulla necessità di una transizione verso sistemi alimentari più sostenibili, vi sono divergenze di opinione sugli strumenti e sull’urgenza di questa transizione”.

Il riferimento è al discorso tenuto di recente dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen in cui si preannuncia un allentamento sul fronte del Green Deal. In questo senso Plagge ha ribadito davanti a Joanna Stawowy, membro dell’ufficio del Commissario Europeo per l’Agricoltura, e a Francisco Martínez Arroyo, del Ministero dell’Agricoltura spagnolo, la necessità di non derogare dall’impegno della transizione ecologica e dagli obiettivi della strategia Farm to Fork.

Il presidente di IFOAM ha anche sottolineato il ruolo del biologico nel favorire una produzione agricola più sostenibile, ponendo sul tavolo temi quali il greenwashing, la diffusione della disinformazione e tutti gli altri ostacoli che impediscono una transizione reale. Al contempo, restano prioritarie questioni come l’equità nella distribuzione del valore aggiunto nel commercio dei prodotti bio, la ricerca di misure atte a garantire il ricambio generazionale nelle aziende bio e lo sviluppo di esperienze positive dei biodistretti e delle filiere bio.

“Il settore bio – ha sottolineato D’Elia – in questi anni è cresciuto, anche grazie all’impegno di IFOAM Organics Europe: oggi la foglia verde del marchio europeo identifica un settore professionale, innovativo e responsabile fortemente motivato a raggiungere i suoi virtuosi obiettivi, e cioè quelli di una produzione agroalimentare rispettosa dell’ambiente, in grado di dare un forte contributo per il raggiungimento della neutralità climatica”.

Il biologico – ha concluso in sintesi – crescerà se saprà garantire un maggiore impegno per un mercato equo dei prodotti bio, in grado di riconoscere la giusta quota di valore ai produttori agricoli e il giusto prezzo al consumatore”.

 

Anche Girolomoni in Spagna al Congresso Europeo Bio di IFOAM

“È stato un grande piacere partecipare al congresso europeo di IFOAM. La forza di questo settore è quella di essere stato un movimento nato dal basso, che nel crescere ha saputo creare una struttura internazionale e un linguaggio comune – ha commentato Giovanni Battista Girolomoni – Ho portato la nostra storia al congresso, in una sessione in cui si è affrontata la sfida del ricambio generazionale nel movimento del bio”.

Il ricambio generazionale è stato affrontato non solo in termini imprenditoriali, ma anche e soprattutto di valori, portandolo avanti come un vero e proprio credo.

Non poteva mancare tra gli argomenti trattati il tema oggi discusso a livello europeo sulle NGT di fronte alle quali la ricercatrice Federica Bigongiali ha mostrato la ricerca di nuove sementi portata avanti insieme alla Fondazione Seminare il Futuro di cui è direttrice: “Selezionare secondo le regole dell’organic breeding ci permette già di ottenere piante adatte a questo sistema di agricoltura nel rispetto dell’uso sostenibile delle risorse naturali e della sicurezza alimentare. Le tecniche d’incrocio tradizionali rappresentano l’alternativa efficace e senza rischi alle NGT, per le quali invece è alto il rischio di provocare danni irreversibili agli ecosistemi.”

La Redazione

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