L’Associazione per i Popoli Minacciati (APM) chiede all’Europa di intensificare gli aiuti umanitari per i circa 440.000 profughi della guerra civile in Mali. Secondo i dati forniti dall’ONU la comunità internazionale finora ha assicurato solo il 28% dei 325 milioni di euro necessari. Secondo l’APM è vergognoso che la comunità internazionale non riesca a mettere a disposizione i fondi necessari a sostenere le vittime del conflitto quando la Francia da sola ha speso circa 200 milioni di euro per le operazioni militari nel nord del Mali.
Ancora una volta l’APM si rivolge all’Europa ricordandole di non dimenticarsi dei profughi e del loro diritto a tornare a casa. Su invito dell’Europa e della Francia il prossimo 15 maggio si svolgerà a Bruxelles una conferenza dei donatori per decidere dei finanziamenti da stanziare per la ricostruzione post-bellica del Mali.
Se ai profughi non sembra mancare il cibo è però certo che la fornitura di acqua potabile è catastrofica e i bambini non riescono ad andare a scuola. Delle 1005 scuole del Mali settentrionale solo 385 sono aperte e funzionano.
Queste riescono ad accogliere solamente 86 mila bambini su 200 mila in età scolastica. Nella regione di Kidal da mesi sono chiuse tutte le scuole a danno dei circa 6.000 bambini che vi vivono. La mancata educazione scolastica di un’intera generazione rischia di avere pesanti conseguenze sul futuro prossimo della regione e del paese.
I profughi della guerra civile sono la chiave di svolta dello sviluppo del Mali settentrionale. Senza il loro ritorno non vi sarà una vera ricostruzione del paese. La maggior parte dei 270 mila profughi interni e dei circa 170 mila profughi rifugiati nei paesi vicini sono Tuareg, Arabi e Peul. Sono fuggiti per paura delle aggressioni dell’esercito maliano e dagli scontri armati con i gruppi islamici radicali. L’esercito accusa in toto tutta la popolazione Tuareg e Araba dell’imbarazzante perdita del controllo su parti del territorio nazionale nel Mali del nord subita nel 2012.
Tuttora si assiste infatti ad atti di vendetta da parte di soldati o miliziani commessi contro la popolazione civile. L’APM teme inoltre ulteriori rappresaglie contro la popolazione nel caso l’esercito maliano riesca a riconquistare nei prossimi giorni la città di Kidal finora controllata dal movimento di liberazione Tuareg MNLA. E’ urgente che venga invece assicurata l’incolumità della popolazione civile in quella che è considerata la roccaforte della popolazione Tuareg.