Il paradosso del bio: più domanda, meno offerta

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L’Emilia-Romagna è prima in Italia per numero di operatori biologici e prima tra le regioni del Nord per superfici coltivate, ma nonostante l’aumento della domanda di prodotti biologici, non cresce la loro area di coltivazione.

E’ questo il paradosso emerso al convegno ‘Il futuro del biologico in Emilia-Romagna tra orientamento al mercato e nuova Pac’, svoltosi lunedì 24 ottobre a Bologna, dove l’assessore regionale all’Agricoltura, Tiberio Rabboni, ha esortato a ‘collegare di più produzione e mercato’.

 

Tra le proposte per il settore bio ci sono accordi di filiera, aiuti del Piano rurale (Psr) differenziati (‘per sostenere maggiormente quelle che promuovono a loro volta produzioni bio a monte e a valle’) e una banca dati nazionale contro le agro-piraterie: ‘la penetrazione di falsi prodotti bio produrrebbe un danno gravissimo alla reputazione dell’intero sistema’. ‘Proporremo ai grandi operatori del biologico regionali e nazionali – ha precisato Rabboni – l’adesione a contratti quadro con produttori e allevatori, per programmare meglio le produzioni e le loro caratteristiche, anche ampliando la possibilità di usufruire dei contributi già previsti al riguardo dal Psr.

I dati confermano che l’Emilia-Romagna è prima in Italia per numero di operatori biologici e prima nel nord del Paese per superfici coltivate – ha detto Rabboni – tuttavia assistiamo a un paradosso: di fronte a una domanda di prodotti biologici in forte crescita, con un +12% in Italia, anche nella nostra regione le superfici coltivate rimangono sostanzialmente stabili. Da qui l’esigenza di lavorare per collegare sempre più produzioni e domanda’.

Sono 3.585 gli operatori Bio in Emilia-Romagna (dati 2010, +2,3% rispetto al 2009) e di questi 2.725 sono aziende agricole (erano 2.699 nel 2009) e 860 le imprese di trasformazione (805 nel 2009). In crescita in particolare gli allevamenti (580 a 625, +7,76%) e le aziende agricole in conversione (da 301 a 441, +46,51%).

La provincia di Forli’-Cesena è in testa con 549 aziende agricole bio, seguita da Parma (434) e Bologna (359). La superficie regionale coltivata a biologico è di 76.781 ettari (-1,28% rispetto al 2009), circa il 7% della superficie agricola totale. Dal 2007 a oggi il biologico, pur contando meno del 3% del totale delle aziende agricole regionali, ha ricevuto finanziamenti dal Piano rurale per 181 milioni di euro, ovvero il 34% dei contributi complessivi, per compensare i maggiori costi del biologico e riconoscere il beneficio ambientale che questo tipo di agricoltura rende alla collettività.

All’evento era presente anche Fabrizio Piva, amministratore delegato di CCPB, che ha riassunto i temi principali dell’incontro e valutato positivamente le esortazioni di Rabboni: “Le proposte dell’assessore all’Agricoltura interpellano il settore biologico e delineano gli asset del futuro sviluppo. Rafforzare le filiere per garantire un corretto rapporto fra le diverse figure che vi fanno parte e, quindi, favorire la crescita delle aziende e delle superfici bio, ristrutturare le misure del prossimo Piano di Sviluppo Rurale per favorire misure "ad hoc" per il biologico e sviluppare una banca dati nazionale con il supporto di MIPAAF, Regioni ed Associazioni di settore da collocare nella Rete Rurale Nazionale sono le proposte che l’Assessore ieri ha lanciato e che sono state positivamente raccolte dai principali attori presenti al Convegno”. (fonte: ccpb pressoffice)

 

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