Una fusione che nasce dall’ottimismo e intende cambiare l’assetto dell’intero sistema del comparto biologico italiano, e non solo: l’aggregazione tra CCPB srl e l’Istituto Mediterraneo di Certificazione (IMC), annunciata oggi a Milano in una conferenza stampa congiunta al Boscolo Hotel di corso Matteotti, darà infatti vita a un organismo di certificazione altamente qualificato e di elevata specializzazione, unico all’interno del panorama nazionale e internazionale: 50 dipendenti, 100 ispettori, una forte impronta internazionale, nel Mediterraneo (con 5 filiali in cinque diversi Paesi) e non solo, a sostegno di un made in Italy certificato e quindi garantito anche sui mercati internazionali.
Si tratta di una fusione strategica di carattere ‘valoriale’, realizzata unicamente con lo scopo di ottimizzare e sviluppare asset e competenze ai massimi livelli d’eccellenza e operatività.
È la prima volta che – in Italia, in questo settore – due società di tale importanza decidono di unire le proprie forze per garantire la tutela di tutti i sistemi produttivi che credono nell’attività di ispezione e certificazione come elemento di qualificazione dei propri servizi e dei prodotti.
Si ufficializza così il vincolo tra due realtà leader del comparto bio italiano, la cui partnership è iniziata più di 10 anni fa sviluppando sinergie e condividendo strategie prevalentemente nel settore dell’agroalimentare biologico, ma che ora insieme creano un nuovo player destinato a giocare un ruolo determinante e di primissimo piano in un campo in continua espansione ed evoluzione dinamica.
Fondata nel 1995, IMC è un’azienda privata in possesso di autorizzazioni pubbliche e di accreditamenti internazionali per lo svolgimento di attività di certificazione per i settori dell’agricoltura, dell’agro-alimentare, della ristorazione, del turismo e delle denominazioni di origine dei vini di qualità, nata dall’esperienza della Associazione Marchigiana Agricoltura Biologica (AMAB).
CCPB srl è invece un organismo di ispezione e certificazione fondato nel 1988 da un gruppo di aziende operanti nei settori della produzione, della trasformazione e della distribuzione di prodotti agricoli e alimentari ottenuti con il metodo dell’agricoltura biologica, con lo scopo di fornire le migliori garanzie ai consumatori e al mercato; l’attività di certificazione oggi riguarda anche prodotti ‘no food’ ottenuti nell’ambito della produzione biologica e in quella eco-compatibile, comparti in cui CCPB è attivo quali il settore del tessile, della cosmesi, della detergenza e in quello delle aree verdi coltivate con metodi biologici.
La nuova realtà – denominata semplicemente CCPB – si impone da subito come il primo organismo di certificazione italiano nel settore biologico per fatturato in termini di prodotti certificati, ma anche per dimensioni e importanza delle aziende certificate, con un’ampia gamma di servizi incentrati sulla sostenibilità di processi e prodotti.
In vista del forte impatto che stanno già esercitando le tematiche messe a fuoco da EXPO 2015 – ‘Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita’ – nel futuro prossimo – la fusione concluderà il suo iter nei primi giorni di luglio – un nuovo player come CCPB si candida dunque a essere protagonista assoluto di un comparto in forte crescita come quello della produzione biologica italiana, che registra 3 miliardi di euro di fatturato totale (1,2 miliardi di euro sul fronte export), che nel 2012 ha evidenziato l’aumento del 3% di operatori e del 6,4% di ettari di superficie di terreno coltivato e che nei primi 10 mesi del 2013 ha visto la crescita del 7,5% di acquisti di cibi bio confezionati (trend perlatro confermato in tutto l’ultimo decennio).
Nell’orbita del nuovo CCPB rientrano circa 9000 aziende certificate, 80% delle quali certificate per il solo settore biologico (tra queste affermati gruppi dell’industria agroalimentare, grande distribuzione, piccole e medie imprese); a fronte di tali numeri, si stima che circa un terzo del fatturato complessivo del comparto biologico italiano verrà certificato dal nuovo CCPB.
Sul fronte internazionale, CCPB è autorizzato e accreditato per certificare prodotti bio nell’Unione Europea (in conformità al regolamento CE 834/2007) e per offrire alle aziende agroalimentari la certificazione necessaria per esportare in Usa, Giappone, Canada, Svizzera, Brasile, Corea e tutti i più importanti mercati internazionali. È inoltre un organismo riconosciuto dalla Commissione UE a certificare in equivalenza al Reg CE 834/2007 prodotti biologici per i principali Paesi della macroarea mediterranea, dell’Asia (Cina compresa) e dell’America Latina.
Il nuovo CCPB, che raccoglie l’eredità mediterranea costruita grazie alla felice intuizione di IMC, assumerà così il ruolo di capogruppo delle 5 società di certificazione sparse nel Mediterraneo e autorizzate dai rispettivi Ministeri dell’Agricoltura: IMC Egitto, IMC Tunisia, IMC Turchia, IMC Libano e IMC Marocco.
Ma dati estremamente incoraggianti arrivano anche sul versante delle prospettive future. Attualmente CCPB e IMC ogni anno sostengono complessivamente costi per analisi di laboratorio di circa 200.000 euro; circa il 10% del loro fatturato totale (che attualmente si aggira intorno agli 8 milioni di euro) viene destinato a investimenti in Ricerca e Sviluppo, al fine di offrire ulteriori opportunità negli ambiti della formazione, della nascita di nuovi servizi e di schemi di certificazione in grado di far fronte a un mercato in continua evoluzione.
L’unione di queste due realtà permetterà dunque di aumentare le risorse riservate anche a questo contesto, nel quadro dell’attività globale di un nuovo organismo in grado di ridisegnare le linee future della certificazione nel settore biologico e di sostenerne i principi di qualità, innovazione e credibilità nel settore della certificazione di prodotto ed in particolare nell’ottica della sostenibilità. Perché la certificazione migliora la qualità del prodotto e il suo impatto ambientale, assicura la sicurezza alimentare, rende più efficiente e virtuoso il processo produttivo, ma costituisce anche un insostituibile servizio di garanzia e fiducia verso i consumatori.
‘Il biologico – ha detto a Milano il presidente del CCPB Lino Nori (in centro nella foto) – è una storia di successo dell’Italia. Siamo i primi esportatori mondiali e la certificazione è indispensabile per dare credibilità alle aziende, ai loro prodotti e certezze al consumatore’.
Remo Ciucciumei (a sinistra nella foto) ha ricordato la storia mediterranea di IMC, con uffici in Marocco, Tunisia, Egitto, Libano e Turchia, una storia che conferisce alla nuova realtà che nasce dalla fusione un primato a livello europeo per le certificazioni nel Mediterraneo.
Fabrizio Piva (a destra nella foto), amministratore delegato di CCPB, ha sottolineato: ‘Non siamo diventati partner e ora non ci fondiamo per caso. Abbiamo le stesse idee sul servizio e sulle garanzie che dobbiamo dare alle imprese’. (af)
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