Blu Ocean, il caso studio di un’azienda del settore ittico che ha adottato il bilancio di sostenibilità

Pesca sostenibile

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Nel cuore del palermitano, precisamente a Casteldaccia, opera Blu Ocean, un’azienda che nel settore ittico, grazie alla sua filosofia aziendale improntata alla trasparenza e alla sostenibilità, ha conquistato una ottima visibilità e lusinghieri risultati economici. La decisione di adottare il bilancio di sostenibilità come pilastro strategico della propria attività ha trasformato, infatti, Blu Ocean in un caso studio di successo e di innovazione.

“La nostra è un’azienda familiare e la scelta di adottare volontariamente il bilancio di sostenibilità sin dal 2022 ha segnato un’importante svolta nella gestione aziendale. Abbiamo preso questa decisione sentendo il peso della responsabilità nei confronti dei mari che forniscono di materia prima all’azienda, dei propri partner che sono stati coinvolti in questa scelta e dei 120 dipendenti alla cui sorte è legata anche la solidità di una comunità territoriale”, afferma Marco Lo Coco, direttore generale dell’azienda.

“Quella della sostenibilità è una scelta importante: le imprese sostenibili svolgono ruolo cruciale nel garantire la giustizia intergenerazionale, preservando il pianeta per le future generazioni”, afferma il professor Marcantonio Ruisi dell’Università di Palermo che insegna Strategie e politiche aziendali.

Ma in che cosa si concretizzano le scelte di sostenibilità dell’azienda di Casteldaccia? In primo luogo nella scelta di partner ugualmente consapevoli della necessità di preservare le risorse ittiche. E qui i pescatori, in particolare quelli di Porticello, borgo marinaro prossimo a Casteldaccia dove ha sede Blu Ocean, sono i veri protagonisti.

Blu Ocean ha condotto negli anni un’attenta analisi sulle specie ittiche presenti nella zona in cui esercita la propria attività d’impresa e da cui è scaturita una gran quantità di informazioni. Informazioni che sono state fornite agli operatori della pesca artigianale locale e che hanno in buona sostanza confermato quello che i pescatori già sapevano. “I pescatori nostri partner – spiega Antonio Lo Coco del board di Blu Ocean – conoscono per esperienza o per sapienza tramandata da padre in figlio i periodi in cui le diverse specie ittiche sono più abbondanti o quando raggiungono un livello di maturità ottimale per la pesca. Magari non sanno di farlo, ma in realtà pianificano le attività di pesca in modo da ridurre al minimo gli impatti sulla popolazione ittica durante i periodi critici, come le fasi riproduttive”.

È, dunque, così che l’azienda che persegue ben 12 dei 17 goal della strategia di Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, adottando la pesca stagionale pianifica la propria attività in modo da rispettare i cicli naturali delle specie target. In alcuni casi indica alle cooperative di pescatori partner la chiusura di determinate aree di pesca durante i periodi critici per permettere la riproduzione e il recupero delle specie.

“La diversificazione delle catture, concentrandosi su specie ittiche che sono disponibili in modo sostenibile durante diverse stagioni dell’anno – continua Antonio Lo Coco – ha contribuito a ridurre la pressione sulla pesca delle specie più vulnerabili e ha garantito la continuità alle attività di pesca in modo sostenibile”.

“Non ci stancheremo mai – aggiunge Marco Lo Coco – di coinvolgere i dipendenti, le comunità locali, le organizzazioni governative nella nostra mission. Siamo consapevoli che solo unendo le forze, le competenze e le risorse e affrontando in modo integrato le sfide legate alla pesca sostenibile, sarà possibile sviluppare strategie condivise finalizzate a garantire un futuro migliore per il settore ittico e per la salvaguardia dell’ambiente marino”.

Ma oltre a questo, l’attività di Blu Ocean si concentra anche su altri tre pilastri fondamentali: l’uso di energie rinnovabili per la produzione e la logistica, il riciclo degli scarti del pescato e l’adozione di un packaging interamente compostabile.

I fabbisogni energetici sono in parte soddisfatti dall’energia elettrica autoprodotta grazie all’impianto a pannelli fotovoltaici disposti sul tetto della stabilimento di Casteldaccia che ha una potenza di 312 MWh a cui corrisponde la riduzione di 165,36 kg di CO2. I mezzi adibiti al trasporto della merce sono tutti a trazione elettrica.

È, inoltre, da evidenziare la recente riduzione degli imballaggi difficili da smaltire nella raccolta differenziata. L’azienda ha, infatti, sostituito oltre il 50% degli imballaggi primari composti da poliaccoppiati con materiali equivalenti monomateriale e più leggeri.

E c’è anche il riciclo degli scarti di lavorazione che vengono reimmessi, dove possibile, nel ciclo produttivo per la preparazione di determinate preparazioni.

“And the last but not the least”, per dirla come gli inglesi, la più importante risorsa aziendale: i dipendenti. “Le persone – conclude Marco Lo Coco – sono il cuore pulsante della nostra organizzazione, fattore chiave del successo della nostra impresa. La valorizzazione del lavoro e dei loro contributi di creatività e di impegno, la tutela dei loro diritti e la definizione chiara dei loro doveri fanno parte della nostra missione”.

Angela Sciortino

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