Cresce l’offerta di preparazioni che adoperano prodotti biologici in bar e ristoranti. In un’epoca, come la nostra, dove il consumo dei pasti fuori casa è in costante aumento se l’attenzione al biologico non sarà solo una moda del momento finirà per incidere positivamente sul consumo di prodotti bio.
Per sostenere questo andamento, a Bologna, per iniziativa di Confesercenti e con la consulenza di Federbio, è nato BIOGOURMET un marchio che contraddistingue i locali, che in tutto o in parte, offrono nel loro menù piatti con prodotti biologici. Una operazione promozionale verso il pubblico che può rassicurare e garantire i consumatori.
Un punto di osservazione privilegiato sull’argomento è quello dei ristoratori. E per questo ne parliamo con Marco Grotti, dello Zenzero Bistrot di Bologna, che aderisce all’iniziativa.
‘La nostra adesione a questo progetto – ci dice Marco – vuole sottolineare la necessità della trasparenza verso la clientela. Crediamo nell’importanza di offrire un’alimentazione sana e genuina, al di là della moda e delle considerazioni contingenti sul mercato del ‘bio sempre in crescita’. Crediamo necessario offrire prodotti sicuri e di qualità, ed anche se i nostri prodotti sono tutti certificati, fornire informazioni al pubblico sui nostri fornitori ci sembra una ulteriore garanzia per il pubblico. La creazione di una rete di attività, di locali, che offrono al consumatore un prodotto di qualità ci sembra un fatto da valorizzare. Un altro aspetto di BIOGOURMET è l’azione di stimolo verso gli esercizi pubblici ad offrire preparazioni con prodotti bio promuovendosi con l’adesione al marchio’.
– Si aggira il problema della certificazione?
‘Possiamo definirla come un azione parallela. Il rispetto delle norme del disciplinare di BIOGOURMET, che già mettiamo in atto, è molto più gestibile, ed è economicamente e burocraticamente meno impegnativa della certificazione da parte di un ente. Sta alla serietà di chi opera l’ottemperanza delle regole che permette di definire un piatto biologico. Nel nostro caso non abbiamo alcuna difficoltà perché i prodotti che usiamo sono tutti certificati. L’impegno che deve metterci un locale, nel caso in cui abbia anche il convenzionale, per definire biologico un piatto può essere di stimolo ad andare verso il menù completamente biologico. Gli aderenti al progetto indicano se sono 100% bio o se hanno il menù bio (almeno tre portate) . L’obiettivo finale è quello di aumentare sempre di più l’utilizzo di prodotti biologici, materie prime di qualità e certificate bio. L’aumento del numero di locali dove si mangia bene e salutare non possiamo che vederlo con soddisfazione’.
– La partecipazione al SANA off e la menzione speciale del premio BRAVO BIO – annualmente assegnato al SANA dalle riviste di settore del Gruppo Il Sole 24 ore – hanno segnato la vostra riapertura dopo la pausa estiva. Un bilancio di questo periodo che vi ha visto particolarmente impegnati?
‘Decisamente positivo – afferma Marco – siamo ripartiti col botto, a fine agosto, al rientro, sembrava che la gente ci aspettasse con ansia, sia a pranzo che a cena abbiamo avuto una buona affluenza. La menzione nel premio BRAVO BIO è stato piacevole perché è un riconoscimento del nostro lavoro, dell’impegno che ci mettiamo e dell’informazione che diamo per diffondere “la cultura del biologico”, del mangiar sano dello sperimentare cibi diversi dai tradizionali. Ad esempio durante la partecipazione al SANA off – le iniziative esterne alla fiera – abbiamo preparato un menù crudista, dall’antipasto al dolce, e per questo ci siamo avvalsi anche della collaborazione di una nostra cliente nell’ideazione di alcune portate. Bisogna anche imparare dal pubblico, ci piace avere un rapporto di scambio’.
– Progetti per i prossimi mesi?
‘Ci piacerebbero realizzare serate a tema, e una di queste dovrebbe essere dedicata alla celiachia. In questi anni abbiamo visto aumentare molto la richiesta di piatti adatti a chi soffre di intolleranze, e di questa in particolare. Già abbiamo nei nostri menù piatti adatti ai celiaci ma ci piacerebbe realizzare un intero menù in una serata in cui trattare l’argomento anche con l’apporto di specialisti esterni. La panificazione potrà essere un altro argomento a cui prestare attenzione. Pensiamo comunque ad incontri dove si possa avere un apporto positivo da parte dei partecipanti’.
(F.D.)