Nel Benelux, come emerge dall’analisi Nomisma presentata durante il recente webinar organizzato da ITA.BIO, non mancano le opportunità per le aziende del biologico italiane. Ma come coglierle?
Un grande supporto è quello offerto dalla sede ICE di Bruxelles, competente per l’area. “Nei Paesi Bassi – ha spiegato Tindaro Paganini, direttore ICE Bruxelles – nel 2022 nell’ambito del biologico si è verificato un aumento della spesa principalmente per bevande (+27%), carne e prodotti a base di carne (+15%) e prodotti lattiero-caseari (+12%).
La spesa bio si concentra principalmente nei supermercati (9 miliardi di euro, +10%), ma cresce molto la ristorazione (1,3 miliardi, +52%). Sono in calo, invece, i negozi specializzati”.
Per raggiungere questo mercato un canale preferenziale è la Fiera Biobeurs, che è molto seguita anche dai buyer provenienti dal Belgio, dove ICE Bruxelles organizza delle collettive. “Nell’edizione appena conclusa – ha sottolineato Paganini – non abbiamo occupato tutto gli spazi disponibili e riteniamo che questa sia una opportunità non colta per le nostre aziende”.
In Belgio, invece, per la prima volta la spesa per il bio è stata in calo nel 2022, in particolare nel comparti lattiero caseario, riso e patate. In crescita carni e salumi. “In questo Paese – ha spiegato – stiamo facendo molte attività legate al vino, come anche in Lussemburgo. Qui la quota del mercato bio è tra le più alte di Europa (11%). Il principale canale di esportazione è il supermercato, che veicola l’81% dei prodotti bio. In tutta l’area ogni anno prendiamo accordi con un operatore distributivo, per organizzare settimane promozionali per i prodotti del Made in Italy, biologici compresi, che prevedono anche momenti di degustazione”.
Nel processo giocano un ruolo importanti anche gli importatori, come FTM Nutri Services, che tratta prodotti bio e convenzionali e collabora sia con la grande distribuzione che con i negozi specializzati. “In questi ultimi anni – ha raccontato Vilma Karaj, purchase manager FTM Nutri Services – vediamo da parte dei consumatori una grande sensibilità al prezzo, ma anche alla salute e alla sostenibilità. Crediamo che lo sviluppo del biologico in questa zona continuerà, nel lungo periodo”.
Elena Consonni