SINAB e ISMEA danno i numeri: e sono ok

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Si è tenuto durante la giornata inaugurale del SANA 2017 l’ormai consueto appuntamento dal titolo ‘Tutti i numeri del bio’, dedicato alla presentazione dei dati dell’Osservatorio Sana 2017, promosso da BolognaFiere, con il patrocinio di FederBio e AssoBio, e realizzato grazie al lavoro di raccolta e analisi dei dati di Nomisma.

Le statistiche, calcolate su un campione rappresentativo di 850 responsabili d’acquisto, unitamente ai trend presentati dal SINAB e da ISMEA rappresentano i numeri chiave dell’intera filiera del biologico e tracciano un quadro completo delle dimensioni del mercato, un identikit del consumatore e le sue abitudini di acquisto.

Sebbene il biologico rappresenti solo il 3% di tutti gli acquisti alimentari, dal 2010 ad oggi la crescita media delle vendite è stata del 12,5%. Si tratta di un settore che complessivamente vale circa 5 miliardi di euro: 2 miliardi provenienti dall’export (+15%) e 3 dalle vendite sul mercato domestico (+14%). Negli ultimi 12 mesi la percentuale delle famiglie che ha acquistato almeno una volta un prodotto bio è pari al 78%, un milione di acquirenti in più rispetto al 2016 (solo 5 anni fa tale percentuale era del 53%). E tra gli user bio, il 60% è frequent user, ossia consuma prodotti biologici almeno una volta a settimana.

Sul fronte dei canali di distribuzione, nonostante una crescita più lenta rispetto allo scorso anno (+15,2% nel 2017 contro un +20% nel 2016), la GDO si conferma il canale preferito dal consumatore bio: il 46% degli user fa acquisti in ipermercati e supermercati, coniugando la comodità di fare la spesa in un’unica spedizione e sfruttando la crescente disponibilità di referenze presenti a scaffale. Tra le insegne, quelle dei discount hanno registrato le migliori performance con un aumentato delle vendite nel primo semestre dell’anno pari al 19,5%. I negozi specializzati sono il secondo canale di riferimento (scelto dal 15% delle famiglie), frequentato soprattutto dai cosiddetti heavy user.

Analizzando le tipologie merceologiche, l’ortofrutta assume sempre più un ruolo da protagonista all’interno del comparto: nel primo semestre del 2017 le vendite di frutta bio sono aumentate del 19,3% mentre quelle degli ortaggi bio del 12,7%.

La crescita dell’ortofrutta in termini di fatturato è sostenuta da uno sviluppo delle produzioni in campo. Nel 2016, secondo i dati SINAB, la superficie dedicata al biologico in Italia è cresciuta del 20,3% portandosi a 1,8 milioni di ettari e accaparrandosi così il 14,5% della SAU. Tra le colture, gli ortaggi sono quelli che hanno fatto registrare la crescita maggiore di superficie agricola coltivata, con un +48,9% degli ettari dedicati. Secondo Francesco Giardina, rappresentante Sinab che ha presentato i dati al Sana, si tratta di un segnale importante che risponde alla crescente domanda proveniente dal mercato. Stesso discorso per la frutta, le cui superfici sono cresciute del 26,6%.

Infine, nel tracciare il profilo dello user bio è stato descritto un consumatore giovane, per lo più appartenente alla generazione dei millenials, con figli piccoli, un titolo di studio elevato e un reddito medio-alto. Ma emergono anche altri elementi, che sottolineano una sovrapposizione notevole tra chi compra bio e chi compra veg: il 67% dei consumatori bio è vegetariano o vegano, il 54% è intollerante a qualche ingrediente, il 53% compra prodotti al 100% veg. Non a caso il 30% dei prodotti con ingredienti al 100% vegetali ha la certificazione bio; e nel caso in cui un prodotto veggie sia anche bio il suo appeal aumenta al punto che il 48% dei consumatori pensa che sia di qualità superiore.

Chiara Brandi

 

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